Club Bella Italia | Ciclisti a Londra
782
post-template-default,single,single-post,postid-782,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-3.7,wpb-js-composer js-comp-ver-5.0.1,vc_responsive

Ciclisti a Londra

Un’intera pagina dell’Evening Standard è dedicata al Cycling e tra gli articoli della home page, spicca sempre qualche incidente nel quale sono stati coinvolti i ciclisti, spesso con conseguenze tragiche.

In Regno Unito, una nazione dove circa 6,6 milioni di persone, secondo statistiche ufficiali, effettuano spostamenti in bici almeno una volta al mese, la percentuale di incidenti, in generale, è piuttosto bassa e pertanto usare la bicicletta è considerato safe. Tuttavia la percentuale diventa molto più alta e preoccupante quando si restringe il campo alla sola città di Londra, dove oltre al traffico pendolare di chi si reca in bici al lavoro, si unisco i ciclisti occasionali delle 11,000 Boris Bike dislocate in tutta la città.

I ciclisti londinesi sono prevalentemente giovani, che usano la bicicletta: a) per fare esercizio fisico; b) risparmiare sui trasporti; c) per velocizzare i tempi di spostamento tra casa e posto di lavoro.

Ma in una città ben servita dai trasporti, dove l’uso dell’automobile non solo è sconsigliato, ma spesso anche scoraggiato da tasse e regole restrittive su parcheggi, orari, ZTL ecc. la domanda che ci si deve porre é su quanti siano in percentuale i giovani ciclisti in possesso di una patente di guida che li abbia avvicinati alla conoscenza del codice della strada. 

Frenate brusche, incidenti sfiorati e purtroppo le tante tragedie che si leggono sul giornale o si intuiscono dai mazzi di fiori sul ciglio della strada o dalle ghost bike incatenate sulle strade più trafficate, forse potrebbero essere evitate se l’uso delle biciclette venisse regolamentato alla stessa maniera della guida del motociclo.

Antonella Sciortino



X