
Ode al Cheddar
Ci sono formaggi e formaggi. Ci sono anche pregiudizi e poca conoscenza. Senza di questi ultimi il Cheddar sarebbe, a ragione, annoverato tra i migliori formaggi del mondo. In quanto, formaggio, espressione di una cultura culinaria, quella britannica, che non gode grande reputazione tra gli amanti della buona tavola, rimane, poco conosciuto e relegato nell’ombra. Scoperto e apprezzato da pochi eletti, i soli, che ne diffondono il culto.
Le anonime buste di plastica che la produzione industriale distribuisce nei supermercati, racchiudono un prodotto di qualità medio scarsa, destinato a pasti frettolosi di palati poco esigenti. Ciò impedisce la promozione del prodotto che stenta a trovare un mercato fuori da quello di raffinati intenditori, quelli che per i loro acquisti caseari si rivolgono ai negozi specializzati.
Tutto cambia, infatti, se si ha la fortuna, di entrare, in quei pochi santuari che ancora oggi possono fregiarsi del nome di “Cheesemongers.”
I deliziosi sentori di formaggio, che emanano dai prodotti esposti nei banchi refrigerati, invogliano all’assaggio. Tra tante specialità di formaggi famosi, provenienti da varie parti del mondo, finalmente, si puo’ gustare il tradizionale e originale formaggio inglese Cheddar dal sapore indimenticabile e per me delizioso.
Stagionato per pochi mesi o per anni, in grandi come in piccole forme, dal colore giallo pallido fino all’arancione, il Cheddar nonostante sia un formaggio a pasta dura, dalla consistenza compatta ma fine, si scioglie in bocca lasciando un vago retrogusto di nocciola. Superbo!